Storia della Patologia
1960
L’era della scoperta
Storia della patologia
L’era delle epatiti virali è iniziata negli anni 50-60 con la distinzione tra la cosiddetta epatite infettiva (Epatite A o HAV) ed epatite plasmatica (Epatite B o HBV).1
A metà degli anni 70, con l’avvento dei test sierologici per la rilevazione delle infezioni da HAV o HBV, è stato scoperto che la maggior parte dei casi di epatiti a trasmissione parenterale non era dovuta a nessuno dei due virus.1 Nonostante questa scoperta, la ricerca a livello internazionale per identificare il virus, inizialmente chiamato epatite non A non B (NANBH), non ebbe successo per più di un decennio.1
Tra il 1982 e il 1989 un grande lavoro venne svolto nei laboratori di Chiron Corporation che rese possibile l’identificazione del virus dell’Epatite C (HCV).1 Una serie di studi sugli scimpanzé dimostrò chiaramente la presenza di un agente trasmissibile in prodotti ematici e nel siero di donatori di sangue.2
Il Dr. M. Hougton utilizzò un nuovo approccio di clonazione molecolare per identificare il microrganismo sconosciuto e sviluppare quindi un test diagnostico.1 Nell'aprile 1989, la scoperta del virus HCV fu pubblicata in due articoli sulla rivista Science.3,4
Il virus dell'epatite C (HCV) è uno dei principali responsabili delle malattie epatiche croniche in tutto il mondo. I principali genotipi dell’epatite C sono 7 (GT1-7) e per ciascuno sono stati identificati un ampio numero di sottotipi (denominati con le lettere dell’alfabeto), distribuiti nel mondo con prevalenze diverse.5
L’evoluzione della cura
La terapia standard a base di INF richiedeva iniezione sottocutanea 3 volte a settimana6 per 24, 48 o 72 settimane7, con elevati tassi di eventi avversi molto spesso limitanti il trattamento.6
Successivamente, l’uso di PegINF con l’aggiunta della ribavirina ha significativamente incrementato l’efficacia della terapia.7
Dal 2017 sono disponibili i trattamenti pangenotipici di breve durata, efficaci e di facile somministrazione.7
Grazie all’efficacia dei farmaci antivirali e alla buona tollerabilità dei trattamenti pangenotipici, l’eliminazione del virus dell’epatite C è raggiungibile migliorando le politiche sanitare di screening e di accesso alle terapie.7
Bibliografia:
- M. Houghton The long and winding road leading to the identification of the hepatitis C virus J. of Hepatol 51 (2009) 939–948
- Rapporti Istisa. Corso di aggiornamento sull’epatite da HCV. Istituto Superiore di Sanità. Roma ISSN.e391·1675 ISTISAN 90/21
- QuI-LIM CHOO,Isolation ofacDNA Clone Derived from a Blood-Borne Non-A, Non-B Viral Hepatitis Genome Science 244 (4902), 359-362. DOI: 10.1126/science.2523562
- G Kuo An assay for circulating antibodies to a major etiologic virus of human non-A, non-B hepatitis DOI: 10.1126/science.2496467 Science 244 (4902), 362-364.
- European Association for the Study of the Liver. Clinical Practice Guidelines: Management of hepatitis C virus infection. Journal of Hepatology. 2014; 60: 392 -420
- Pawlotsky JM, et al. From non-A, non-B hepatitis to hepatitis C virus cure J Hepatol 2016; 62:S87–99
- Pol Stanislas The remarkable history of the hepatitis C virus 2019 Published by Elsevier Masson SAS on behalf of Institut Pasteur
IT-VHCV-220051