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LA MALATTIA DI PARKINSON

La malattia di Parkinson è una patologia caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici della pars compacta della substantia nigra, in associazione alla presenza di inclusioni intracitoplasmatiche costituite da proteine, dette corpi di Lewy.1 I corpi di Lewy sono una caratteristica ricorrente della malattia.2 I segni clinici della malattia di Parkinson risultano evidenti quando vengono persi circa l’80% della dopamina striatale e circa il 50% dei neuroni nella substantia nigra.3

I SINTOMI

I tre sintomi cardinali della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità e la bradicinesia.3

  • Il tremore a riposo (un movimento che tipicamente assomiglia a quello del “contare le banconote”) costituisce il primo sintomo nel 70% dei pazienti con malattia di Parkinson.3
  • La rigidità è l’aumento della resistenza osservata con il movimento passivo delle articolazioni, uniforme nel corso del movimento articolare.3 
  • La bradicinesia è il sintomo più invalidante nelle fasi precoci della malattia di Parkinson. Si manifesta inizialmente con difficoltà nell’effettuazione di movimenti precisi, come abbottonare le camicie o scrivere a mano, e con una ridotta oscillazione del braccio durante l’atto del camminare.3

L’instabilità posturale – a volte considerato un sintomo cardinale – è aspecifica e solitamente è assente nelle fasi iniziali della malattia, specialmente nei pazienti giovani.3

A questi si aggiungono diversi sintomi non motori, quali ad esempio:

  • Disautonomia: si manifesta generalmente con costipazione, minzione urgente e frequente e ipotensione ortostatica.3
  • Demenza: si sviluppa in circa il 40% dei pazienti con malattia di Parkinson, sebbene in uno studio che ha effettuato il follow-up dei pazienti fino al decesso è stata osservata in più dell’80% dei pazienti in fase terminale. In alcune persone, la combinazione di demenza e di utilizzo dei farmaci per il trattamento della malattia di Parkinson può determinare la comparsa di allucinazioni e di comportamento psicotico.3
  • Depressione: è un sintomo comune che colpisce circa la metà dei pazienti. I sintomi sensoriali si sviluppano in diversi modi nella malattia di Parkinson.3 
  • Disturbi del sonno: sono comuni e hanno diverse cause, tra cui rigidità notturna, nocturia, depressione, sindrome delle gambe senza riposo e disturbo comportamentale in fase REM (Rapid Eye Movement).3

Nelle fasi avanzate della malattia, le complicanze motorie hanno un impatto considerevole sulla qualità di vita (QoL) e sul grado di disabilità del paziente. I domini della qualità di vita che sembrano essere più influenzati sono mobilità, attività della vita quotidiana (ADL), stigma e comunicazione.4

DATI EPIDEMIOLOGICI

La malattia di Parkinson si manifesta a livello globale con una prevalenza aggiustata per età dell’1,8% e con incidenza simile in uomini e donne. 4 La malattia interessa persone di tutte le etnie e gli uomini sono leggermente più predisposti.3 

L’età media dell’insorgenza è circa 65 anni, con una prevalenza che aumenta dallo 0,6% per la fascia d’età 65-69 anni a 2,6-3,5% per la fascia d’età 85-89 anni. La disabilità è progressiva ed è associata a un’aumentata mortalità (rischio relativo di decesso 1,6-3,0 rispetto a popolazioni di controllo corrispondenti).4

Circa il 5-10% dei pazienti manifesta i primi sintomi in età adolescenziale (prima dei 20 anni).3

LE FASI DELLA MALATTIA

Nella fase di “mantenimento” della malattia di Parkinson, dopo la diagnosi e l’inizio del trattamento, la maggior parte dei pazienti risponde in modo coerente ai farmaci, senza grandi fluttuazioni nel controllo dei sintomi motori a prescindere dal momento della giornata o dalla dose dei farmaci: questo è spesso chiamato il periodo della “luna di miele”.5

Con la progressione della malattia, i pazienti possono sviluppare uno o entrambi i seguenti sintomi:

  • fluttuazioni motorie collegate alla risposta alla terapia, incluso il wearing-off/effetto di fine dose, un “ON” ritardato o la mancata risposta alla dose
  • discinesie, più comunemente movimenti coreici generalizzati o movimenti simili a una danza, solitamente correlati a picchi della concentrazione di levodopa a livello plasmatico e/o di dopamina a livello extracellulare nel sistema nervoso centrale.5

Restringimento della finestra terapeutica di levodopa per via orale nel corso del tempo.
Figura 1 di Ref. 6


Inizialmente le fluttuazioni sono prevedibili (wearing-off o effetto di fine dose), ma a causa della progressione di malattia possono diventare imprevedibili con cambiamenti improvvisi tra mobilità e immobilità, chiamati periodi “ON-OFF”.3

Le complicanze motorie definiscono l’inizio della fase avanzata della malattia. 5 Molti studi epidemiologici sono concordi nel riportare un’incidenza annua del 10%. Entro 2-5 anni, fino al 50% dei pazienti può manifestare un certo grado di complicanze motorie.7
La prevalenza di queste fluttuazioni nei pazienti con malattia di Parkinson ad esordio precoce è anche maggiore – più del 90% a 5 anni. 3 Una percentuale compresa tra l’80 e il 100% dei pazienti con malattia di Parkinson sviluppa complicanze motorie dopo 10 anni di terapia dopaminergica.7

La progressione della malattia di Parkinson è associata universalmente a un aumento della disabilità e a una diminuzione della qualità di vita.8

OPZIONI TERAPEUTICHE

A distanza di più di cinquant’anni dalla sua introduzione nella pratica clinica, la levodopa è ancora considerata un pilastro nel trattamento della malattia di Parkinson e rimane il gold standard con il quale si confrontano le nuove terapie.9

Le forme più lievi di complicanze motorie possono essere spesso controllate con i frazionamenti di levodopa orale o con l’associazione di altre terapie.10

Con il progredire della malattia di Parkinson, i pazienti possono diventare sempre più dipendenti dai propri caregiver e la disabilità è caratterizzata da sintomi motori e non motori che possono essere resistenti alla mediazione dopaminergica e/o alla somministrazione orale di farmaci.11

La gestione dei sintomi della fase avanzata di MP, in particolare fluttuazioni motorie, discinesie e periodi di “OFF”, può richiedere l’ottimizzazione delle terapie orali (inclusa politerapia, frazionamento della dose e riduzione della dose) o l’uso di terapie avanzate come la stimolazione cerebrale profonda (DBS), infusione sottocutanea continua di apomorfina (CSAI) o infusione di levodopa-carbidopa gel intestinale (LCIG).11

La prevalenza della malattia di Parkinson avanzata probabilmente aumenterà in futuro, per via di un miglioramento della qualità delle cure sanitarie, un aumento della longevità e dei progressi nella gestione clinica della malattia di Parkinson. I pazienti in questo stadio della malattia costituiranno un burden significativo per le famiglie e per i sistemi sanitari e i caregiver necessiteranno di formazione specifica. Nonostante ciò, i pazienti tendono a rifiutare le cure specialistiche una volta che raggiungono l’ultimo stadio della malattia di Parkinson, per ragioni ancora da approfondire. Il medico dovrà gestire sfide considerevoli nella gestione di questi pazienti e dei caregiver.4

Acronimi:
ADL: attività della vita quotidiana; CSAI: infusione sottocutanea continua di apomorfina; DBS: stimolazione cerebrale profonda; LCIG: infusione di levodopa-carbidopa gel intestinale; MP: malattia di Parkinson; QoL: qualità di vita; REM: Rapid Eye Movement.

TERAPIA IN INFUSIONE SOTTOCUTANEA

TERAPIA IN INFUSIONE INTESTINALE

Bibliografia

  1. Olanow CW, Stern MB, Sethi KS. The scientific and clinical basis for the treatment of Parkinson disease (2009). Neurology. 2009 May 26;72(21 Suppl 4):S1-136. doi: 10.1212/WNL.0b013e3181a1d44c.
  2. Burch D, Sheerin F. Parkinson’s disease. Lancet. 2005 Feb 12-18;365(9459):622-7. doi: 10.1016/S0140-6736(05)17915-X.
  3. Samii A, Nutt JG, Ransom BR. Parkinson’s disease. Lancet. 2004 May 29;363(9423):1783-93. doi: 10.1016/S0140-6736(04)16305-8.
  4. Coelho M, Ferreira JJ. Late-stage Parkinson disease. Nat Rev Neurol. 2012 Aug;8(8):435-42. doi: 10.1038/nrneurol.2012.126. Epub 2012 Jul 10.
  5. Worth PF. When the going gets tough: how to select patients with Parkinson’s disease for advanced therapies. Pract Neurol. 2013 Jun;13(3):140-52. doi: 10.1136/practneurol-2012-000463. Epub 2013 Mar 13.
  6. Nyholm D. The rationale for continuous dopaminergic stimulation in advanced Parkinson’s disease. Parkinsonism Relat Disord. 2007;13 Suppl:S13-7. doi: 10.1016/j.parkreldis.2007.06.005.
  7. Freitas ME, Hess CE, Fox SH. Motor Complications of Dopaminergic Medications in Parkinson’s Disease. Semin Neurol. 2017 April; 37(2):147-57. doi:10.1055/s-0037-1602423.
  8. Giugni JC, Okun MS. Treatment of advanced Parkinson’s disease. Curr Opin Neurol. 2014 Aug;27(4):450-60. doi: 10.1097/WCO.0000000000000118.
  9. Paoletti FP, Tambasco N, Parnetti L. Levodopa treatment in Parkinson’s disease: earlier or later? Ann Transl Med. 2019;7(Suppl 6):S189. doi: 10.21037/atm.2019.07.36.
  10. Antonini A, Moro E, Godeiro C et al. Medical and surgical management of advanced Parkinson’s disease. Mov Disord. 2018 Jul;33(6):900-8. doi: 10.1002/mds.27340. Epub 2018 Mar 23.
  11. Antonini A, Stoessl AJ, Kleinman LS et al. Developing consensus among movement disorder specialists on clinical indicators for identification and management of advanced Parkinson’s disease: a multi-country Delphipanel approach. Curr Med Res Opin. 2018 Dec;34(12):2063-73. doi: 10.1080/03007995.2018.1502165. Epub 2018 Aug 20.

Cod. IT-NEUP-240005